Madre Edy (suor Edvige), prende a cuore quest’opera e, con l’aiuto di “Pane Condiviso” e di altri benefattori, inizia ad accogliere bambini della zona che non hanno parenti che se ne prendano cura.
Diverse Sorelle si sono avvicendate nella conduzione della Casa, tutte con cura materna, cercando di rendere l’ambiente per quanto possibile familiare, luogo di crescita umano e cristiano, nel quale risanare le ferite lasciate dal passato.
La Casa ospita prevalentemente bambine, anche se per necessità sono stati accolti alcuni neonati o bimbe con loro fratellini.
Le ragazze hanno un grande bisogno di cura e attenzione perché arrivano da situazioni molto difficili e il momento della crescita è delicato per la formazione di una persona che in età adulta possa essere matura e responsabile, in grado di prendersi cura di una casa e di una famiglia.
La Casa Hogar si avvale oggi dell’appoggio di specialisti in campo medico e psicologico, che non sempre sono presenti nel territorio di Chiquiàn (più facilmente a Huaràz, a circa tre ore di distanza), di volontari del luogo, che sostengono le attività e spesso anche di volontari stranieri che per un tempo più o meno lungo prestano il loro servizio.
Una giornata tipo?
Ci si sveglia alle sei, si iniziano a sistemare le proprie stanze, la casa e gli animali secondo i propri turni, poi ci si prepara per andare a scuola; dopo la colazione, ci si ritrova in cappella per la preghiera di affidamento della giornata e si parte: si scende fino in piazza e si risale dall’altra parte del paese raggiungendo la scuola. Ci si rivede a casa per il pranzo. A turno, qualcuna delle più grandi affianca le suore in cucina, mentre le più piccole hanno il compito di riordinare, lavare i piatti e aiutare a sistemare cucina e sala da pranzo.
Durante il pomeriggio si svolgono i compiti e ci si aiuta a vicenda: le più grandi con le più piccole. C’è poi il tempo del gioco o di altre attività: corsi, gruppi parrocchiali, attività manuali, gli animali, l’orto… A cena ci si racconta un po’ la giornata poi si sale al piano superiore, se necessario si rivedono insieme i compiti e poi, tutti a dormire! Quando il giorno dopo non c’è scuola, anche la sera è tempo di gioco, di svago, di film visti insieme.
Per poter essere un ambiente familiare, la Casa Hogar accoglie un numero limitato di bambini: una decina, che non hanno alle spalle una famiglia né spesso un luogo al quale tornare conclusi gli studi obbligatori. Per questo, tra gli obiettivi educativi c’è quello di imparare almeno un piccolo lavoretto, che sia di aiuto per chi vuole proseguire gli studi con l’università, e una base dalla quale partire per gli altri.
Proprio per non abbandonare i ragazzi una volta raggiunti i diciotto anni, a Huaraz è in costruzione la Casa Estudiantes Mayores “Madre Edy”, luogo che vuole essere di passaggio verso un inserimento autonomo, maturo e responsabile dei giovani nella società.